Si è svolta questa mattina, nella Sala Consiliare di Zafferana Etnea (CT) , la presentazione dell’ottava edizione di Teatri Riflessi , il festival internazionale di corti teatrali che inaugura Etna in Scena , storica rassegna estiva zafferanese. E’ stato Dario D’Agata, dell’associazione IterCulture, a raccontare le novità di questa edizione all’insegna dell’ Alterità , tema che vuole portare a riflettere sull’altro e sull’inclusione delle differenze .
Teatri Riflessi 2023
L’evento, che dal 2009 contribuisce a far crescere la comunità di appassionati di teatro, coinvolgendo un grande pubblico attraverso il concorso di corti teatrali , quest’anno presenta 13 spettacoli della durata di 15 minuti . E così, nel Parco di Zafferana Etnea, dal 13 al 15 luglio 2023 , si esibiranno 13 compagnie con artisti provenienti da diversi contesti geografici e culturali internazionali ( Austria, Belgio, Canada, Germania, Giappone, Portogallo, Ucraina ) e nazionali ( Campania, Lazio, Lombardia, Puglia e Sicilia ).
Anche quest’anno la Di Bella Costruzioni ha accolto l’invito di IterCulture. Le parole dell’amministratore delegato, Daniele Di Bella , alla presentazione dell’evento:
“Siamo stati anche quest’anno accanto allo staff di Teatri Riflessi , che per mesi si è impegnato nell’organizzazione dell’evento. E il risultato sarà una manifestazione ancora più bella e strutturata rispetto a quella dell’anno scorso. Per noi, la passata partecipazione, è stata una sfida, nata quasi per caso, in una serata passata con Dario D’Agata. Una sfida che riteniamo di aver vinto . Ed ora, con l’ottava edizione, pensiamo che il tema proposto e l’impegno profuso siano il preludio per una manifestazione ancora più di alta qualità. Passione, innovazione, impegno civile sono i pilastri della nostra azienda. E sono gli stessi principi che abbiamo ritrovato in questa manifestazione. Che riesce a promuovere giovani provenienti da ogni parte della terra, portando sul palcoscenico le loro culture e tradizioni, abbattendo ogni barriera di tipo etnico o di genere . Il premio intitolato a mio padre, Giovanni Di Bella, vuole essere un simbolo a quella tradizione e continuità generazionale che è alla base dei nostri 40 anni di attività. E pensiamo che, anche nell’arte e nella cultura, e in questo caso nel teatro, la passione bisogna cercare di tramandarla, promuovendo quelle associazioni che si adoperano affinché la conoscenza possa continuare ad essere motore della nostra esistenza.”