Smart city
Cos’è una Smart City? Una città intelligente, digitale ed inclusiva
Cosa serve per definire “smart” una città: Dal punto di vista infrastrutturale, è importante che le risorse disponibili siano utilizzate “in rete” per migliorare l’efficienza economica e politica e consentire lo sviluppo sociale, culturale e urbano. Il termine
infrastruttura ricomprende in senso lato la disponibilità e la fornitura di servizi per i cittadini e le imprese, facendo ampio uso delle tecnologie di informazione e comunicazione (telefonia fissa e mobile, reti informatiche, ecc.), evidenziando l’importanza della connettività come importante fattore di sviluppo.
Dal punto di vista economico, una città è considerata “smart” se approfitta dei vantaggi derivanti dalle opportunità offerte dalle tecnologie ICT per aumentare la prosperità locale e la competitività. Si ragiona quindi sulla creazione di città aventi caratteristiche tali da attrarre nuove imprese, aspetto a sua volta associato alla pianificazione territoriale ed economica della regione di appartenenza.
Dal punto di vista sociale, si evidenzia il ruolo del capitale umano e relazionale nello sviluppo urbano. In quest’ottica, una smart city è una città la cui comunità ha imparato ad apprendere, adattarsi e innovare, con particolare attenzione al conseguimento dell’inclusione sociale dei residenti ed alla partecipazione dei cittadini nella pianificazione urbanistica e territoriale.
Diventano quindi fondamentali iniziative come la progettazione partecipata e la consultazione on-line, per consentire ai cittadini di percepire una reale democrazia in relazione alle decisioni che li coinvolgono. E non vanno inoltre tralasciate iniziative di miglioramento della gestione della città stessa, come ad esempio i piani dei tempi e degli orari.
Dal punto di vista ambientale, emerge l’esigenza della sostenibilità, aspetto molto importante in un mondo dove le risorse sono scarse e dove le città basano sempre più il loro sviluppo anche sulla disponibilità delle risorse turistiche e naturali. In una smart city, in particolare, il loro “sfruttamento” deve garantire l’uso sicuro e rinnovabile del patrimonio naturale.
Anche con iniziative tese a ridurre le emissioni di sostanze inquinanti e di gas serra, come l’erogazione di incentivi economici per chi si reca al lavoro in bicicletta (spostamenti in itinere).
Dal punto di vista tecnologico, riporto alcuni esempi concreti delle tecnologie di cui può dotarsi una Smart City. Tipicamente, si pensa ad una rete di sensori o altri strumenti di rilievo in grado di misurare diversi parametri per una gestione efficiente della città, con dati forniti in modalità wireless e in tempo reale ai cittadini o alle autorità competenti.
è così possibile per le amministrazioni, ad esempio, ottimizzare l’irrigazione dei parchi o l’illuminazione delle strade, o ancora monitorare la concentrazione di inquinamento in ogni via della città, ottenendo anche allarmi automatici quando il livello supera una certa soglia.
Ed ancora: si va dal rilievo delle perdite nella rete idrica alla mappatura del rumore, all’invio di avvisi automatici da parte dei cassonetti della spazzatura quando sono quasi pieni per ottimizzare le operazioni di raccolta.
Nel campo del traffico stradale si può intervenire sui cicli semaforici per gestire la circolazione delle automobili in modo dinamico. Allo stesso modo, i guidatori possono ottenere informazioni in tempo reale per trovare rapidamente un parcheggio, risparmiando tempo e carburante e contribuendo alla riduzione della congestione stradale.
Per il trasporto pubblico, sono da tempo disponibili (anche tramite app come Moovit) sistemi di monitoraggio e di avviso in tempo reale dei passaggi degli autobus alle fermate. Si tratta di tecnologie peraltro già in uso in molte delle nostre città, che aiutano molto i cittadini (ed i Comuni) nella gestione della vita quotidiana. E non solo la mobilità “ordinaria” delle grandi città può diventare intelligente, ma si può lavorare anche su questioni come logistica urbana e distribuzione delle merci, fino ad arrivare ad una situazione limite come il trasporto “smart” di merci pericolose in città.
Ma occorre partire quantomeno da una attenzione adeguata alla semplice sicurezza dei pedoni. E passare, subito dopo, alla definizione di un adeguato piano della mobilità ciclistica (come il Biciplan di Bologna), per il miglioramento della mobilità cittadina.
Dal punto di vista della sicurezza, è fondamentale predisporre piani di emergenza comunali specifici per il territorio in questione, con riferimento alle situazioni più a rischio (frane, alluvioni, terremoti, ecc.) ed informare la popolazione sulle misure di emergenza più importanti, supportando ad esempio le strutture più complesse nella preparazione delle prove di evacuazione o illustrando ai cittadini (nelle scuole o nelle aziende) come comportarsi in caso di terremoti.
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